giovedì 12 aprile 2012

Questo non c'è ciccio

"Questo non c'è ciccio". Mia figlia, 17 mesi, indica la catenina di plastica che serve a evitare che il ciuccio cada per terra quando se lo toglie di bocca. A una estremità della catenita è legata una pinzetta che si stringe sul colletto. All'altra è legata il ciuccio. Solo che, staccato per essere lavato, adesso il ciuccio, il "ciccio" come lo chiama lei, non c'è. La frase vuole dire a tutti gli effetti "Sulla catenina manca il ciuccio". La prima cosa che manca alla frase è la preposizione. Le prime frasi complete dei bambini mancano di preposizioni, o di casi, a seconda delle lingue. Il tipo di complemento (se di termine, di specificazione, oggetto, ecc) si capisce dal contesto. Mia figlia poi usa in modo particolare "c'è", che può assumere vari significati: "è", "c'è", "voglio", "dammi". Per esempio "non c'è pappa" vuol dire "non voglio più pappa".

Oppure "questo è nonno", indicando un'auto, significa "questa è la macchina di nonno". Una cosa che sembra mancare è la nozione di soggetto. Le frasi sembrano essere piane, senza un centro e una periferia, come in genere sono le frasi degli adulti: un soggetto, un'azione, un oggetto e vari complementi, con un progressivo spostamento dal centro dell'azione alla sua periferia. E' difficile stabilirlo però con certezza, potrebbe essere solo una suggestione. O potrebbe indicare che il cervello è più predisposto per una organizzazione piatta del linguaggio che per una gerarchica e funzionale, come quella che si acquisisce da adulti.

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