giovedì 3 dicembre 2015

"Dio esiste e vive a Bruxelles": l'immagine di una Europa al tramonto che va difesa



 
Fuori tema/ Ho visto ieri "Dio esiste e vive a Bruxelles", di Jaco van Dormael, il regista di "Totò le héros". Nel film Dio è rappresentato come un alcolista violento, che vive con una abbruttita e sottomessa moglie e una figlia di dieci anni che non lo sopporta, in un squallido appartamento di una cinquantina di metri quadri a Bruxelles. Passa le giornate a guardare lo sport alla tv girando per casa in vestaglia, calzini e ciabatte da mare. Gesù, J.C. lo chiama la sorellina, è scappato di casa tanto tempo fa.

Per ingannare il tempo Dio ha costruito il mondo e si diverte a trovare sempre nuovi modi per torturare gli uomini, inventando leggi del tipo "se ti cade il pane con la marmellata, cadrà sempre dalla parte della marmellata", "al supermercato la fila accanto andrà sempre più veloce della tua" o "se ti innamori di una donna molto probabilmente non ci passerai la vita iniseme".

Il film è denso del tipico umorismo nero francese e descrive un mondo che fa schifo, fatto di persone sole, che passano la vita con familiari che non amano a fare cose per le quali non hanno alcun interesse, ricatattate da un Dio che ha già deciso tutto quello che succederà loro, che ha già stabilito di quali malattie soffriranno e quale sarà la data della loro morte. Ma che non glielo dice per tenerle "per le palle".

E' un ottimo esempio di una libertà che dovremmo tenerci stretta in Europa. Possiamo mandare nelle sale un film che è integralmente blasfemo, dalla prima all'ultima scena. Possiamo dire ciò che pensiamo, il che ci permette di pensare meglio e di esplorare la catena che si sviluppa da un singolo pensiero. La censura non solo non ti permette di dire ciò che pensi, ma ti impedisce di lavorarci e di capire come si sviluppa quel pensiero che sei costretto a tenere segreto. L'energia si consuma a tenerlo segreto e non a svilupparlo e questo è proprio uno degli obiettivi della censura.

Ciò detto, è un pessimo film, perfetta espressione del motivo per cui gli europei non guidano più il pianeta: sono ripiegati su se stessi. Intanto descrivere il mondo come un posto piccolo piccolo, fatto di cose insignificanti è inutili, non è un'idea nuova, c'è letteratura da due secoli là fuori su questo argomento. Ma soprattutto è sbagliata: il mondo non fa schifo per niente. Chiedetelo a un siriano, o a un nigeriano, o a un sudafricano, o a un egiziano o anche a un cinese. Se uscire di casa senza rischiare di essere ammazzati, se salire sulla popria auto e andare al lavoro, con la possibilità di avere in abbondanza da mangiare per sé e per i propri figli, se avere a disposizione una scuola pubblica, un ospedale se ti ammali, un sistema pensionistico, se poter passare la domenica in pizzeria con le persone che ti sei scelto nella vita, potersi concedere un viaggio ogni tanto, poter noleggiare un film o leggere un libro. Se tutto questo fa schifo, confrontatelo con le alternative.

Non è detto che sia necessario vivere con una persona che non ami, né che si debba condurre una esistenza mediocre. Semplicemente, purtroppo, anche se viviamo in una società che ce ne darebbe le possiblilità - per conquistare le quali sono morti davvero in tanti - spesso non destiniamo abbastanza energia alle cose importanti e ci facciamo divorare dalla paura. Di essere inadeguati, incapaci, impreparati, che sia impossibile raggiungere quel risultato, realizzare quel sogno. E fiorisce l'industria dell'intrattenimento - drammatica parola derivata da "trattenere" - alla quale ci sottoponiamo per sfuggire ai nostri pensieri, e un peso ci scende nello stomaco. Certo nessuno può ammettere di essere causa del suo male, e così la colpa è di Dio e della società. Ma apriamo bene le orecchie: se le cose continuano così, e sul mondo si rovesceranno ancora una volta il conflitto e la guerra, la società che seguirà a quella che abbiamo ora farà molto ma molto più schifo. Quindi cerchiamo di apprezzarla e cerchiamo di evitare di perderla, invece di prendercela con Dio. Se Dio fosse stato così cattivo con i belgi, la Leffe non sarebbe così buona.